LE NOSTRE ORIGINI
L’azienda commerciale Morelli, operante a Matera, in via delle Beccherie,35, meglio conosciuta come “Michele la stoppa”, è stata costituita da Acito Michele, tris-nonno dell’attuale titolare, successivamente trasformata in società di fatto con l’ingresso del cognato del predetto fondatore: Latorre Angelo Raffaele. A seguito, poi, del recesso di quest’ultimo ed il subentro di Morelli Emanuele (bis-nonno dell’attuale titolare) ha nuovamente assunto la dimensione della ditta individuale. Dal 4 marzo 1958 l’impresa è passata a Morelli Vincenzo mentre oggi il titolare è il figlio Morelli Biagio Emanuele.
michele la stoppa
Perché “Michele la stoppa”? La canapa (stoppa) è stata introdotta nel mercato locale proprio dal fondatore dell’azienda. A Matera, infatti, se ne ignorava persino l’esistenza. Fu appunto Michele Acito, il quale da militare prestava servizio come guardia carceraria nel salernitano – dove tale prodotto abbondava e veniva largamente impiegato nella confezione di manufatti – a constatarne la agevole lavorazione, la robustezza, la durata del filato e la convenienza economica, a proporlo alle donne materane, dedite allora alla filatura della lana e del cotone per la confezione di capi di vestiario e di tessuti per l’uso più svariato.
Allorché realizzò a Matera la sua iniziativa commerciale e pensò bene di saggiare il terreno invogliando la clientela a “provare” anche la stoppa. Il tentativo sortì risultati positivi.
La prima balla si esaurì in breve tempo. Le prime acquirenti, soddisfatte, divulgarono in tutta la città la notizia della eccezionale scoperta.
Vi fu una vera e propria corsa all’acquisto della stoppa.
-“Da chi l’hai accattata?” chiedevano le donne
-“Da Michele Acito in via delle Beccherie” rispondevano le ormai abituali clienti.
In poco tempo l’esercizio assunse una vastissima notorietà e per più facilmente individuarlo si finì per denominarlo “Michele la stoppa”.
IL NEGOZIO
Il negozio trovò la sua prima sistemazione in Piazza Vittorio Veneto in un locale facente parte del vecchio palazzo indicato dal popolo come “Palazzo della maestra Paparulo” (in seguito abbattuto per far posto all’edificio del Banco di Napoli).
Successivamente l’esercizio da Piazza Vittorio Veneto si trasferì in via Umberto I (attuale via del Corso): prima al numero civico 12 e poi, nel 1930, al numero civico 28.
Nel 1935 il negozio si trasferì definitivamente in via delle Beccherie, numero 35.
Sino a poco tempo fa le strutture interne del negozio, che dispone tutt’ora di capienti magazzini-deposito, erano quelle ereditate dal fondatore: vecchi scaffali con cassettiere contenenti qualsiasi tipo di ferramenta e di materiale elettrico.
Nell’emporio si trova di tutto: dalle viti, ai chiodi, agli utensili, dai prodotti della pulizia della casa, alla stoppa.